A Cesena è nata la prima Comunità Energetica. Gianpiero Piraccini, appassionato di energia rinnovabile, intervistato da Cesena Today, ne va orgoglioso: 'Siamo partiti a febbraio e siamo 4 famiglie, anche se all'associazione Comunità Solari siamo iscritti in 12'. Non sono mancate alcune difficoltà, come ovvio. 'L'ostacolo - spiega - sono le 400 euro che vanno spese all'inizio. In cambio viene dato uno smartmeter con credenziali per accedere e capire quanta disponibilità di energia rinnovabile c'è a Cesena'. A chi riesce a consumare energia rinnovabile con il fotovoltaico, continua, 'vengono riconosciuti 25 centesimi, mentre a chi la produce vengono dati 15 centesimi. Bisogna cambiare le abitudini ed essere pronti a consumare l'energia di giorno quando c'è la luce, il sole. Sono piccole accortezze che servono per far funzionare bene la comunità solare. Si può arrivare a risparmiare moltissimo, ma soprattutto i soldi 'guadagnati' dall'uso o dalla produzione vengono restituiti sotto forma di buoni spendibili ovunque, in supermercati o dai benzinai. È un modo intelligente per risparmiare e utilizzare l'energia che qualcuno produce in più e che verrebbe persa'. Insomma, l'esperienza di questa comunità di Cesena può essere un esempio per i tanti cittadini che ancora non sanno bene come approcciarsi al solare. Entrare in una Comunità Energetica, per ora, non è ancora visto come qualcosa di semplice. Per questo, il racconto di chi sta fondando questi primi nuclei può essere importante per chi ancora sta cercando di capire come muoversi in questo mondo. Piraccini, d'altronde, spiega che fu uno dei primi a installare un pannello solare sul tetto: 'Ora tutti parlano di CER, comunità energetiche rinnovabili - dice - ma l'antenato delle CER sono le Comunità Solari ideate nel 2010 dal professore Leonardo Setti. Il principio è lo stesso: i cittadini si uniscono in una comunità, tra di loro qualcuno ha l'impianto fotovoltaico, altri no. Il 60% di ciò che producono quelli con il fotovoltaico e non riescono a consumarlo viene rimesso in rete a disposizione degli altri. La media nazionale dice che i 2/3 viene rimesso in rete. È uno scambio, virtuale, ma uno scambio che può ridurre lo spreco che ogni anno fa lo Stato spendendo 7 miliardi di euro per trasportare energia da una parte all'altra d'Italia'. In conclusione, l'iniziativa di questa Comunità Energetica di Cesena si presenta come un modello luminoso per il futuro energetico del nostro Paese. Con la condivisione e lo sfruttamento ottimale delle risorse rinnovabili, non solo si promuove un'economia più sostenibile, ma si favorisce anche un senso di solidarietà e collaborazione tra i cittadini. Un senso, appunto, di comunità. Guardando al futuro, la speranza che altre città seguano l'esempio di Cesena, abbracciando questa visione di energia per costruire un futuro più verde, solidale e sostenibile per tutti.
Antonio Persici