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Tappi di plastica, ecco perché non si staccano più dalle bottiglie


Da qualche mese avrai notato che i tappi di plastica non si staccano più dallebottiglie. Come mai? Lo ha deciso l'Europa per contrastare l'inquinamento dei mari edell'atmosfera. Un piccolo gesto quindi ma con un grande obiettivo.
pubblicato il 3/12/2023




Ma perché i tappi di plastica non si staccano più dalle bottiglie? Da qualche tempo, come avrai sicuramente notato, nelle bottiglie di plastica della bibite o dell'acqua i tappi restano agganciati e non è più possibile separarli, almeno facilmente, dalle bottiglie. Ma come mai? C'è una ragione: nel 2024 entrerà in vigore la Direttiva UE (2019/904) che prevede che tutte le bottiglie in PET (polietilene tereftalato) entro i 3 litri debbano obbligatoriamente essere dotate dei cosiddetti tethered cap, ovvero i tappi agganciati alla bottiglia. La Direttiva, come è facile comprendere, è stata approvata per provare a contenere l'enorme dispersione di plastica in giro per il pianeta.

Il tappo che resta attaccato però non è stato apprezzato da tutti. In molti, infatti, hanno trovato antipatico il dover bere con l'acqua o la bibita che spesso viene a contatto con la plastica. Ma chi ha progettato il tappo ha pensato anche a questo: forse non lo sai o forse lo hai già scoperto ma basta infatti ruotare il tappo per agganciarlo al bordo del collo della bottiglia ed evitare il contatto. E il problema, anzi la scomodità, è risolta.

L'impatto della plastica sul nostro pianeta

Quello del tappo che resta attaccato alla bottiglia è un piccolo gesto, certo, ma che contribuirà a disperdere meno plastica in mare e in terra. I dati sulla plastica, d'altronde, sono davvero inquietanti: solo il 10% viene riciclata e il WWF, World Wide Fund for Nature, ha calcolato che ogni anno vengono dispersi 22 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica in mare e altri 22 milioni nell'ambiente terrestre. La produzione di plastica, inoltre, secondo i calcoli del WWF, è responsabile del 3,7% delle emissioni globali di gas serra. Una percentuale che da qui al 2060 aumenterà al 4,5%. L'inquinamento da plastica, secondo l'organizzione, ha probabilmente ormai superato il 'planetary boundary', il limite planetario, oltre il quale non c'è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita. Qualche altro numero. Se non miglioreremo entro il 2050 la plastica prodotta potrebbe triplicare. Se non miglioreremo tra trent'anni, si legge nel rapporto, nei mari ci sarà più plastica che pesci. Uno scenario apocalittico. Un esempio: soltanto con gli spazzolini da denti in Italia ogni anno generiamo e gettiamo via 4mila tonnellate di plastica. Plastica, quella degli spazzolini, che ad oggi non viene riciclata. Un piccolo gesto quindi, quello del tappo che resta attaccato alla bottiglia. Ma è dai piccoli gesti forse che bisogna partire per provare a contenere l'inquinamento e i cambiamenti climatici. Roma, del resto, non è stata costruita in un giorno.



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